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Parlavo con mio figlio Edoardo giorni fa e del suo modo di stare in campo.

Edo ha 9 anni e sta imparando a giocare a calcio: tecnica, tattica, giocare con i compagni e trovare una propria collocazione di bambino.

Guardandolo da fuori, da papà un pò emozionato, ho notato che se la palla non gli arrivava vicino, lui non andava a cercarsela.

Faceva il compitino, rimaneva nella sua posizione che il mister gli aveva indicato.

Dopo la partita gli ho voluto parlare: "Edo hai fatto caso che tocchi pochi palloni? Il motivo è che non vai incontro alla palla ma aspetti sempre che ti arrivi sui piedi. A volte è corretto ma in altre bisogna prendere iniziative, avvicinarsi ai compagni chiedendo la palla e anche spostarsi e correre verso gli altri.

 Mentre parlavo con lui, mi veniva in mente che la vita è più o meno quanto raccontavo a lui: possiamo decidere di fare il nostro compitino per ciò che ci capita, oppure andarci a cercare ciò che pensiamo di valere. E spesso questo passa per il lavoro che scegliamo di accettare e per come scegliamo di farlo: attendiamo facendo scegliere gli altri per noi o ci mettiamo il nostro valore aggiunto e il nostro impegno?La differenza sarà che se accettiamo di metterci la nostra testa e il nostro cuore come valori aggiunti, di certo cresceremo noi stessi capendo meglio chi siamo e che strada possiamo prendere.E potrà capitare di scoprire che davvero valiamo molto!Questo sto provando ad insegnare ai miei figli.Questo è quanto condivido col mio team.Passa tutto per noi e per il nostro coraggio di scegliere!Ad ogni modo, dopo il discorso fatto, Edoardo mi dice:< Papà, tu non capisci ma la mia è una tattica!>E se n'è andato canticchiando! Ma che ne sanno i papà :)

 

 
 
 

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